Rottamazione: gli ultimi dati disponibili

L’A.D. di Equitalia in Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria

Premessa – L’Amministratore Delegato di Equitalia Avv. Ernesto Maria Ruffini è stato ieri in audizione presso la Commissione parlamentare di vigilanza sull’Anagrafe tributaria facendo il punto della situazione sulla definizione agevolata andando a richiamare in primis le disposizioni normative di cui alla stessa rottamazione ma concentrando il suo intervento soprattutto su quelli che sono i dati di adesione e non solo aggiornati alla data del 23 marzo.

I dati sulla rottamazione - Nel comunicato stampa di Equitalia pubblicato ieri sul proprio sito viene messo in evidenza come alla data del 23 marzo 2017 sono state presentate circa 600 mila domande di adesione alla definizione agevolata, con una media giornaliera che è passata da 2.689 domande al giorno registrate fino a metà gennaio, a 9.426 domande al giorno nel periodo successivo con un picco di oltre 17 mila richieste al giorno, nell’ultimo periodo rilevato. Delle 600 mila domande presentate, circa 25 mila non avevano i requisiti formali (prontamente comunicata) per la loro corretta presa in carico (per esempio, mancanza del documento di riconoscimento del presentatore, mancanza degli estremi identificativi dei carichi oggetto della richiesta di adesione, ecc.).

Delle rimanenti 575 mila istanze, al 23 marzo ne sono state già lavorate circa 502 mila e il loro controvalore residuo complessivo è pari a circa 8,3 miliardi di euro. Tale somma potrà essere oggetto di modifica considerando:
  • l’effettiva possibilità di definire tutti i debiti indicati dai contribuenti nelle loro istanze;
  • dalla cifra di 8,3 mld di euro che è già al netto delle somme aggiuntive e degli interessi di mora eventualmente maturati dopo la trasmissione dei carichi, dagli enti creditori a Equitalia, andranno decurtati gli importi affidati, a titolo di “sanzione”, nonché aggiunti gli oneri di riscossione, i diritti di notifica della cartella di pagamento e le eventuali spese per procedure esecutive.

Ai fini della trasmissione delle dichiarazioni di adesione il canale scelto dal contribuente nel 49,6% dei casi è il portale di Equitalia, l’e-mail o la posta elettronica certificata; nel 48,9%, la rete degli sportelli; nel residuo 1,5%, i canali tradizionali quali, per esempio, la raccomandata o la posta ordinaria. In dettaglio, le istanze inviate con e-mail semplice sono state circa il 14%, quelle trasmesse con la posta elettronica certificata sono state circa il 28,9%, mentre quelle inserite direttamente nell’area riservata del portale sono circa l’6,7%, per un totale via ed e-mail superiore al dato delle richieste di “rottamazione” presentate attraverso gli sportelli.

Il pagamento rateale nella quasi totalità dei casi - I contribuenti hanno scelto il pagamento in forma rateale nel 73% delle circa 600 mila istanze presentate a Equitalia, mentre il versamento in un’unica soluzione nel 27 per cento. In particolare, chi ha scelto il pagamento dilazionato, in nove casi su dieci ha optato per il numero massimo di rate (5 con ultima scadenza a settembre 2018). Tale dato mette in risalto il limitato periodo temporale riconosciuto ai contribuenti per far fronte alle somme rottamate ma soprattutto la difficoltà di pagamento dei debiti erariali il cui pagamento in sole 5 rate potrebbe portare ad abbandonare la via della rottamazione con conseguenze del tutto negative vista l’impossibilità di accedere a una dilazione ordinaria una volta non pagata la prima o una delle rate previste dal piano di definizione agevolata.

Le tipologie di carichi rottamate – Per quanto invece riguarda la tipologia dei carichi rottamati, emerge che:
  • il 70% dei carichi indicati sono relativi all’Agenzie delle Entrate;
  • il 20% all’INPS;
  • il 3% a Comuni e aziende di servizi comunali;
  • il restante 7% alle altre Agenzie fiscali (Agenzia delle dogane e dei monopoli, Agenzia del demanio), INAIL, Ministeri, Prefetture, Ordini professionali, Casse di previdenza, Camere di Commercio, Regioni, ecc.

Per quanto riguarda la tipologia dei soggetti che hanno presentato la domanda di definizione agevolata, sempre con riferimento alle istanze lavorate al 23 marzo 2017, l’86% dei soggetti richiedenti è composto da persone fisiche (il 23% con una attività economica presente nell’Anagrafe tributaria e il 63% da persone fisiche senza attività economica) sulle quali insiste il 43% dei crediti oggetto di richiesta; il 14% dei soggetti richiedenti è composto da persone giuridiche sulle quali insiste il 57% dei crediti oggetto di richiesta.
Tratto da Fiscal Focus